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A Milano un esperimento riuscito di comunicazione positiva sull'uso della bici! [di Valerio Montieri]
Tutte le migliori esperienze in materia di ciclabilità ci dicono che oltre al miglioramento fisico delle infrastrutture stradali, e in particolare di quelle dedicate alla bicicletta, il segreto del successo sta nella promozione e nella comunicazione “positiva” riguardo all’uso della bici.
Le amministrazioni virtuose hanno sempre investito una fetta considerevole dei budget a disposizione per realizzare campagne di comunicazione in appoggio alla realizzazione degli interventi.
Tutte le migliori esperienze in materia di ciclabilità ci dicono che oltre al miglioramento fisico delle infrastrutture stradali, e in particolare di quelle dedicate alla bicicletta, il segreto del successo sta nella promozione e nella comunicazione “positiva” riguardo all’uso della bici. Le amministrazioni virtuose hanno sempre investito una fetta considerevole dei budget a disposizione per realizzare campagne di comunicazione in appoggio alla realizzazione degli interventi.
Per la prima volta anche a Milano si è voluto intraprendere questa strada con il progetto #BICIttadini. Promosso dall’Assessorato alla Mobilità e Ambiente del Comune di Milano e coordinato da Amat (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio), questo lavoro, grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo, ha proprio cercato di unire la realizzazione e la sistemazione di due infrastrutture per la ciclabilità lungo due itinerari periferia-centro con la promozione di stili di vita legati alla mobilità sostenibile.
La scelta del target è stata da subito chiara: ci si è rivolti ai bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di I grado, in una fascia di età fra i 9 e 13 anni. Questa scelta si basa sulla convinzione che il cambio culturale possa avvenire solo sensibilizzando le nuove generazioni, ma anche che, rivolgendosi agli utenti più deboli della strada, si potessero “contagiare” i genitori nello sviluppare comportamenti virtuosi.
Il progetto cerca quindi di unire la parte “fisica” con la sistemazione, lo sviluppo e la segnalazione dei due itinerari centro-periferia, da Piazzale Maciachini ad Affori a Nord e da Porta Romana all’Abbazia di Chiaravalle a Sud , con la parte “culturale”, attraverso il coinvolgimento di dieci scuole, individuate lungo i percorsi, con più di 800 fra bambini e ragazzi chiamati a partecipare ad attività di promozione dell’uso della bici.
L’idea, sicuramente ambiziosa, ci è piaciuta subito e ha visto quindi il coinvolgimento di FIAB Milano Ciclobby soprattutto nell’attività con le scuole, nella quale si è potuto mettere a frutto l’esperienza già fatta negli ultimi anni in molti istituti di Milano e provincia dal nostro gruppo-scuola coordinato da Silvia Malaguti, oltre a sviluppare nuove attività.
Siamo partiti subito coinvolgendo le famiglie attraverso incontri preparatori con i genitori alla presenza di uno psicologo e di un pediatra che hanno illustrato i benefici dell’uso della bicicletta, sia dal punto di vista dello sviluppo fisico, sia nel campo delle relazioni sociali e nella formazione e affermazione della personalità dei ragazzi. Negli incontri c’è stata una buona interazione fra i relatori e i genitori, con tante domande soprattutto sui rischi sulle strade, l’inadeguatezza delle strutture per la bici, la conseguente paura da parte dei genitori a usare e a far usare la bici, e una scarsa capacità dei ragazzi di muoversi autonomamente in quartiere.
L’attività a scuola è stata organizzata attraverso sei lezioni. Le prime, in classe, hanno riguardato la bicicletta come mezzo di trasporto con le sue implicazioni storiche, sociali e ambientali, ma anche la sicurezza stradale e le regole da rispettare. A queste lezioni teoriche sono stati affiancati dei laboratori dedicati alla manutenzione della bicicletta e ai segreti per mantenerla funzionante e in buono stato.
La partecipazione alle lezioni è stata costante e attenta da parte degli alunni e degli insegnanti e, in molti casi, gli argomenti proposti durante le lezioni sono stati ripresi all’interno del programma didattico o valorizzati attraverso la realizzazione di disegni o cartelloni poi appesi in classe. Nelle scuole secondarie è stata di grande stimolo la lezione di progettazione partecipata, durante la quale i ragazzi sono stati investiti del ruolo di osservatori dell’esistente ma anche di urbanisti e progettisti del nuovo. Sono state realizzate schede e mappe con la segnalazione dei problemi e formulate alcune proposte da consegnare agli uffici tecnici comunali: un modo per far sentire i ragazzi partecipi del bene pubblico.
Particolarmente gradite sono state le lezioni di laboratorio sulla bicicletta: in molti, insegnanti e studenti, hanno avuto la soddisfazione di passare all’attività “pratica” dopo le lezioni “teoriche”. Poter mettere le mani su camere d’aria e copertoni è stata una grande soddisfazione per tutti.
Poi si è passati alle attività all’esterno con le prove pratiche di uso della bici in cortile e le uscite lungo gli itinerari. Le prove in cortile, con la realizzazione di una gimkana che riproduceva le situazioni più frequenti in strada fra cartelli stradali, incroci e precedenze, sono servite per testare le abilità dei ragazzi ad andare in bici, aiutare chi era in difficoltà, e trasmettere, dal vivo, le regole utili per muoversi all’interno di uno spazio pubblico.
Le uscite in orario scolastico, per quanto complesse da un punto di vista organizzativo e delicate riguardo alla responsabilità, sono state molto gradite dai ragazzi per vari aspetti. Oltre alla novità dell’attività proposta, molti ragazzi hanno trovato gratificante la percezione di autonomia. Il fatto che questa uscita venisse poi effettuata indossando il materiale del kit sicurezza previsto dal progetto (caschetto e giubbetto ad alta visibilità) si è rilevato un elemento di riconoscibilità all’interno del quartiere e ha trasmesso ai ragazzi un senso di importanza rispetto a quello che stavano facendo. In questa fase è stata preziosa la collaborazione dell’ Ufficio Manifestazioni della Polizia Locale, che ha garantito la scorta nei tratti più esposti. Le attività all’aperto si sono concluse con due iniziative particolari: le gite e il Bicibus.
La partecipazione dei genitori alle gite domenicali insieme agli alunni ha rappresentato sicuramente un modo piacevole per condividere i temi del progetto e far riscoprire a molti adulti l’uso della bici. Un accordo con Clear Channel, che gestisce il Bike Sharing di Milano, ha permesso di fornire la bici agli adulti che non l’avevano o che l’avevano dimenticata in cantina da troppo tempo.
In ottobre è stata realizzata la prima settimana di Bicibus prevista nelle scuole primarie dell’itinerario Nord. Si tratta di una prima sperimentazione di un sistema di accompagnamento a scuola, già utilizzato con successo in tante piccole e medie realtà italiane. Anche quest’attività è stata preparata prima con incontri con i genitori e poi, in base alle adesioni, sono stati individuati percorsi e fermate per raccogliere tutti i ragazzi partecipanti vicino a casa. Le fermate sono state segnalate con appositi cartelli ed è stata mandata una comunicazione a tutte le famiglie partecipanti con le istruzioni e le norme di comportamento.
La partecipazione al Bicibus è stata abbastanza limitata, sicuramente in parte per la novità dell’iniziativa, in parte per la stagione autunnale avanzata. Si è trattato però spesso di una partecipazione molto sentita, festosa e anche contagiosa: all’arrivo a scuola molti genitori e bambini osservavano incuriositi e si informavano sulla possibilità di partecipare nei giorni successivi. Su richiesta di tanti genitori, questo programma verrà ripreso in primavera, in un periodo, speriamo, dal clima più mite.
Il progetto è stato accompagnato da una valutazione dei risultati in termini di cambiamenti dei comportamenti nei ragazzi e nelle loro famiglie elaborata dalla Facoltà di Sociologia dell’università Bicocca di Milano. Tra gli elementi messi in luce dall’indagine si è notato un leggero effetto delle attività svolte riguardo all’uso della bicicletta per andare a scuola, ma un cambiamento più deciso sull’uso della bicicletta nel tempo libero. Ciò risulta spiegabile con il fatto che spesso la mattina i ragazzi sono accompagnati e controllati dai genitori, mentre la fase del dopo scuola (andare al parco, andare dagli amici) è più libera. Altri aspetti rilevati sono un evidente effetto positivo sulle conoscenze degli studenti, sia sulla bicicletta e il suo funzionamento, sia sulle regole da rispettare in strada e sulla segnaletica. Questo è un segno inequivocabile del fatto che le lezioni hanno ampliato le conoscenze dei ragazzi in maniera decisa.
A progetto finito si è ora cominciato a fornire alle scuole le rastrelliere nei cortili per rendere più sicuro il ricovero delle bici e a far conoscere i contenuti del progetto attraverso presentazioni pubbliche ed eventi nei quartieri, un modo per cercare di far crescere sempre di più i #BICIttadini del prossimo futuro.
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