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Dal sito Sport&Work (http://www.sportwork.net/) by GS, il pediatra Carlo Napolitano spiega perché è importante andare in bici in famiglia, richiamando il libro "Bimbi in bici" di Roberto Furlani e Silvia Malaguti.
E’ in arrivo la bella stagione, il 10 maggio è stata celebrata la giornata nazionale Bimbimbici 2015 ed ha appena preso il via la seguitissima carovana del Giro d’Italia: quale momento migliore dell’anno, quindi, per parlare dei vantaggi dell’andare in bicicletta? In effetti, tutti sanno che essa rappresenta uno dei mezzi di locomozione più ecologici che possa esistere, e che offre l’opportunità di mantenersi in forma anche con un utilizzo molto tranquillo, senza forzare il ritmo, ad andatura “turistica”, magari ricorrendo se proprio si è pigri alle cosiddette bipa, che grazie alla pedalata assistita consentono di ampliare di molto la propria autonomia chilometrica.
Ma oggi voglio dedicare particolare attenzione ad un aspetto specifico di questa salutare attività, vale a dire il pedalare in famiglia, una bellissima esperienza che avvicina molto grandi e piccini. Ad essa è stato anche dedicato un agile manuale di 120 pagine: “Bimbi in bici” – Ediciclo Editore – ricco di preziosi suggerimenti, perché scritto con taglio molto pratico da due sicuri esperti della materia. Il primo è un giornalista triestino, ma milanese di adozione, Roberto Furlani, responsabile dell’Ufficio Turismo del WWF; con la sua famiglia ha pedalato lungo le principali piste ciclabili di tutta l’Europa, sperimentando ogni possibile modo di portare con sè la prole (seggiolini anteriori e posteriori, carrellini, trail gator, ecc…). La seconda, invece, Silvia Malaguti, che ho avuto anche il piacere di conoscere personalmente ed affiancare in occasione di una serie di conferenze per la promozione del Progetto Bicibus in numerosi istituti milanesi, coordina i progetti educativi multidisciplinari sulla mobilità sostenibile che appunto la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) sta da tempo svolgendo nelle scuole elementari e medie in Lombardia.
Nel loro libro viene spiegato perché andare in bicicletta con i propri figli rappresenta un’attività oltremodo formativa sotto il profilo neuropsicomotorio e caratteriale, in quanto rafforza i rapporti, anche con l’ambiente, incentivando l’indipendenza e lo spirito di autonomia dei bambini, ma al tempo stesso li responsabilizza: è innegabile che abituarsi alla scelta delle traiettorie, alla sorveglianza delle distanze dagli altri componenti del gruppo, nonché alla valutazione delle eventuali insidie che possano presentarsi sotto le ruote costituiscono elementi di progressiva, grande emancipazione per qualunque neociclista, e ciò accresce enormemente anche l’autostima del bambino. Nel testo non mancano parecchi consigli pratici per cominciare questa attività: come insegnare ai bambini ad andare in bicicletta in strada (in centri urbani, fuori città, lungo le ciclovie…), che modello acquistare per grandi e piccini, con quali accessori equipaggiarlo, come vestirsi ed attrezzarsi per il massimo comfort e sicurezza, ed infine quali possibili interventi di manutenzione possono essere fatti da soli, magari – cosa molto educativa – coinvolgendo i bambini. A completamento dell’opera, è presente anche una sezione cicloturistica con esempi di diverse tipologie di itinerari in Italia e all’estero: escursioni della durata di un giorno, vacanze weekend, fino a giungere ai più impegnativi tour di numerosi giorni.
In Italia, al giorno d’oggi soltanto il 3,8% sul totale degli spostamenti viene effettuato in bicicletta, e questo rappresenta un valore percentuale molto basso, se si considera che la media europea è invece del 9,45%; è vero che alcune nostre città come Ferrara (28%), Parma (25%) o Bolzano (24%) costituiscono un buon esempio, ma nei grossi centri urbani, dove sarebbe ancora più necessaria la “biciclettizzazione” del traffico, le due ruote non motorizzate stentano ad affermarsi. Comunque, secondo un’indagine di Euromobility, l’utilizzo della bicicletta a Milano negli ultimi anni sta registrando un continuo incremento, e attualmente risulta assestato tra il 6 e il 7%; tutto sommato, questo è ancora considerabile come un buon risultato, se paragonato a quello di altre metropoli, perché Roma ad esempio registra un misero 0,5%. Considerazione finale: se, dando il buon esempio, sempre più genitori cominciassero finalmente ad utilizzare la bicicletta per gli spostamenti che siano compatibili con essa, e abituassero i figli a fare altrettanto, otterremmo un doppio risultato positivo, in quanto cresceremmo le nuove generazioni non soltanto con uno stile di vita più sano, ma anche maggiormente consapevoli dal punto di vista ambientale.
Carlo Napolitano, medico pediatra, neonatologo e adolescentologo, si occupa da molti anni di attività sportiva e nutrizione e ha svolto funzioni di medico sociale e accompagnatore di squadre giovanili. Appassionato sportivo, si è dedicato alla pallavolo agonistica, prima da giocatore ed in seguito come allenatore, mentre attualmente pratica il tennistavolo, disciplina in cui ha conquistato in diverse edizioni dei Giochi Mondiali della Medicina 2 medaglie d’argento e 4 di bronzo.Ricopre la carica di direttore scientifico di un’agenzia di comunicazione multimediale, svolge una intensa attività divulgativa su temi di educazione sanitaria e sportiva e ha contribuito a pubblicazioni su salutismo e nutrizione.
Pubblicazioni-Edizioni Sperling & Kupfer:
2006: “Lo sport giusto per il tuo bambino”. Come scegliere l’attività fisica più idonea per i nostri figli.
2011: “L’alimentazione giusta per tuo figlio”, collaborazione con l’autrice Gigliola Braga
2013: “Lo sport che fa bene al tuo bambino”