I contenuti della Charta sono stati elaborati dalla commissione per la protezione dell’ambiente del parlamento europeo e i principi fondamentali sono stati proposti alle nazioni come base per una moderna politica della moderazione del traffico. Esaminando i postulati della Charta europea del pedone ci si accorge subito che non vengono fatte delle proposte contro qualcosa, in difesa di, ma si propone una politica a favore di. E’ un’impostazione estremamente interessante, valida e condivisibile e illustra in maniera completa e chiara l’indirizzo che viene dato oggi a questi problemi. Affermare di non essere contro l’auto, ma per il pedone, oltre a non sollevare confusioni definisce i concetti e la linea di un programma positivo, teso alla ricerca di soluzioni nuove, elaborate in uno spirito di collaborazione, soluzioni che mettono al centro L’UOMO, in particolare colui che si trova in uno stato di debolezza oggettiva – handicappati, bambini, anziani- o di debolezza relativa- ad es. il giovane con il motorino in rapporto all’autoveicolo che lo sovrasta in mole e potenza. Promuovendo i diritti del pedone (che sono poi quelli dell’abitante del quartiere, del villaggio) si propone un uso della strada giusto, regolare, rispettoso dei diritti di tutti e dell’ambiente, scevro di pericoli e di tragedie.
Il pedone ha il diritto di vivere in un ambiente sano e di godere in tutta libertà degli spazi pubblici senza che la sua salute fisica e psichica venga messa a repentaglio.
Il pedone ha il diritto di vivere in centri urbani che siano a misura d’uomo e non dell’automobile.
I bambini, gli anziani e le persone handicappate hanno il diritto a che la città sia per loro un luogo di socializzazione e non la causa del peggioramento del loro stato di più deboli.
Gli handicappati hanno il diritto a misure adeguate per favorire le loro possibilità di spostamento: in particolare si chiede che vengano eliminate tutte le barriere architettoniche che ne impediscono l’inserimento sociale e che i mezzi di trasporto pubblici siano attrez-ati in base alle loro necessità.
Il pedone ha diritto a delle zone a lui riservate che non siano unicamente delle semplici isole pedonali, ma abbiano la massima estensione possibile e siano integrate nell’organizzazione generale degli agglomerati.
Il pedone ha diritto alle seguenti misure: a) le emissioni foniche e chimiche dei veicoli a motore devono essere di continuo adeguate alle disposizioni; b) i veicoli pubblici non devono diventare fonte di inquinamento ambientale ed acustico; c) i polmoni verdi devono essere salvaguardati e bisogna crearne di nuovi continuamente; d) i limiti di velocità devono essere adattati in modo da favorire effettivamente le possibilità di spostamento a piedi o in bicicletta; e) la pubblicità non deve promuovere unicamente un uso sconsiderato e dannoso dell’automobile; f) la segnaletica deve essere adeguata alle necessità dei non vedenti e dei deboli d’udito; g) le dovute misure devono essere messe in pratica per far sì che il pedone possa fermarsi, percorrere e raggiungere le strade e i marciapiedi (prevedendo ad esempio dei rivestimenti antisdrucciolo, rampe, eliminazione degli scalini tra la strada e il marciapiede, dimensionare la strada secondo i bisogni, cercare delle soluzioni per migliorare la protezione e la sicurezza del pedone, sistemare delle aree di riposo e di svago, costruire sottopassaggi o delle passerelle per l’attraversamento delle strade).
Il pedone ha il diritto di poter spostarsi come meglio gli pare, utilizzando i mezzi di trasporto in una forma integrata. In particolare: a) i trasporti pubblici devono essere predisposti e attrezzati in maniera da poter rispondere ai bisogni dei cittadini, compresi gli andicappati. b) le piste ciclabili devono essere costruite anche all’interno degli abitati. c) le aree di parcheggio non devono essere d’intralcio ad altri spostamenti e non devono ridurre le possibilità di apprezzare le bellezze naturali e architettoniche.
Ogni stato deve fare in modo che l’opinione pubblica sia adeguatamente informata sui diritti del pedone utilizzando i canali d’informazione ritenuti più idonei. Questa informazione deve iniziare con i primi anni di scuola.